Italia vs Europa : Manovra e mercati

Italia vs Europa : Manovra e mercati

Italia vs Europa : Manovra e mercati

Mi permetto di fare alcune considerazioni dopo la decisione del governo di presentare un documento economico-finanziario che prevede un deficit maggiore delle attese, con focus sulle date importanti da tenere d’occhio.

Quello che in Europa da fastidio non è tanto il deficit portato al 2.4% per il 2019, ma la decisione di mantenere questa soglia anche per i due anni successivi,  che implica di non perseguire più per (almeno) 3 anni la ricerca del pareggio di bilancio (ricordo il famoso rapporto debito/Pil ora al 132%).  Deficit infatti rivisto per il 2020 e 2021 nelle successive dichiarazioni del governo.

Senza entrare nel merito del giudizio sulla manovra, le prossime tappe saranno le seguenti :

– entro il 10 ottobre la manovra sarà presentata in parlamento ed inizierà la discussione

– entro il 15 ottobre sarà presentata  a Bruxelles per una prima valutazione ufficiale (di quella ufficiosa ne abbiamo tutti sentito parlare)

– dopo qualche giorno la Commissione Europea invierà una lettera con le richieste di modifica

– il governo probabilmente rifiuterà di effettuarle e continuerà la trattativa sia in parlamento sia in Europa

– a fine ottobre le agenzie di rating si prevede che declasseranno il nostro debito al gradino più basso dell’investment grade, ad un passo dai titoli “spazzatura”. Sarebbe un problema se oltre al downgrade arrivasse  anche un outlook negativo, cioè da rivedere al ribasso tra qualche mese.

Se così fosse molti fondi ed istituzioni che per statuto non possono detenere titoli con rating inferiore all’investment grade dovranno vendere, forse anticipando il successivo downgrade, con conseguente pressione sui prezzi

– verso fine novembre la Commissione, in mancanza di accordo sulla manovra, invierà una lettera che rappresenta il primo passo di procedura di infrazione.

– Entro fine anno la legge approderebbe alla firma del Presidente della Repubblica che potrebbe giudicarla incostituzionale (per mancanza di coperture) e non firmarla. In questo caso ritornerebbe al Parlamento e se dovesse ripresentarla al Presidente della Repubblica, quest’ultimo non potrebbe esimersi dal promulgarla.

Pertanto l’incertezza e la volatilità potrebbe durare mesi, anche se molti degli scenari negativi sono già nei prezzi.

Allo stato attuale prevale la linea della trattativa, al di là di dichiarazioni di forza di entrambe le parti in causa, e non quella della rottura e dell’uscita dell’Italia dall’euro e dall’Europa.

In caso contrario lo scenario sarebbe decisamente peggiore per BTP, titoli di stato e azioni italiane, con successivo contagio alle azioni europee, in particolare bancarie.

Probabilmente un’esposizione valutaria ed extra europea risulterà più difensiva, ovviamente da valutare in base al proprio profilo di rischio.

Prendere coscenza dell’esposizione all’Italia dei propri investimenti, e più in generale della composizione del proprio patrimonio è senz’altro il primo passo.

Potete contattarmi per un analisi professionale.

 

Sonia Bergo Wealth Manager

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