Private Debt, e la democratizzazione degli investimenti

Private Debt, e la democratizzazione degli investimenti

Private Debt, e la democratizzazione degli investimenti

Ormai lo sanno anche i muri… i rendimenti dei titoli obbligazionari considerati più sicuri ed affidabili sono a zero o negativi.

I risparmiatori quindi, alla ricerca di rendimenti, si sono sempre più esposti al rischio durata (titoli che durano di più) nonostante il futuro trend di tassi in aumento o al rischio emittente (titoli di emittenti meno solidi o con meno garanzie nella restituzione del capitale) come i titoli High Yield o subordinati di ogni tipo.

I supericchi e i grandi investitori invece da anni hanno accesso all’universo dei titoli illiquidi ed in particolare del private debt, mercato storicamente con soglie di ingresso elevate ed il cui volume è aumentato nel 2017 del 35% (dai dati dell’Osservatorio di AIFI e Deloitte del 5 febbraio scorso).

I vantaggi di questa asset class spaziano dalla diversificazione del rischio di portafoglio, ai rendimenti storicamente più elevati, all’efficace gestione dell’emotività di breve termine dei clienti grazie all’orizzonte di lungo periodo.

Inoltre il debito sottoscritto dai fondi sostiene spesso progetti di crescita strutturati delle aziende finanziate con controllo molto più assiduo e diretto dei debiti generalmente presenti nei portafogli degli investitori.

Oggi AZIMUT è riuscita a rendere disponibile il fondo di investimento chiuso di Private Debt a tutti i risparmiatori con una soglia minima di 25.000€  impegnandosi con il regolatore a vigilare il rispetto dei limiti di investimento massimo per ogni cliente in base all’esperienza, la conoscenza e il profilo di rischio. Un impegno di Azimut per diffondere cultura finanziaria e opportunità di investimento finora riservata a pochi.

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Sonia Bergo Wealth Manager

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